18/12/10

Setem notizie


Dal Mozambico: di ritorno dalla mia esperienza in Mozambico presso la casa famiglia Ndangwini l’entusiasmo e la gioia sono forti e tante le cose da raccontare.
Stefano ed Ivete, il papà e la mamma della casa famiglia, dimostrano sempre il loro massimo impegno verso i bambini orfani, inoltre da quest’anno si occupano anche di varie altre persone del quartiere.

La Ndangwini, nata nel 2002, come una semplice famiglia che apre la porta di casa a chi una famiglia non ce l’ha, quest’anno è stata finalmente riconosciuta dall’autorità locale come “casa di accoglimento”. La casa accoglie attualmente, tra interni ed interni, 16 bambini orfani, di una fascia di età compresa tra i 4 e i 21 anni. Dallo scorso febbraio Stefano ed Ivete hanno deciso di occuparsi anche dei “comunitari”, ovvero di persone che vivono nel quartiere o in quelli limitrofi; in particolare: di 3 neonati rimasti orfani di madre, che hanno assoluto bisogno del latte artificiale, per loro costosissimo; di circa 22 bambini con alle spalle o mamme sole (in alcuni casi, affette dal virus dell’HIV), o nonne, e inoltre di un anziano signore che necessita di cure e sostegno. Tutte persone in gravi difficoltà! La mia permanenza di tre settimane, come in passato, mi ha visto impegnata con i bambini, per quello che riguarda le attività ludiche e ricreative, con Stefano ed Ivete, per un confronto sull’andamento dell’Ndangwini, cercando di arrivare insieme ad un progetto educativo sempre più mirato al particolare contesto; ed infine con il quartiere, andando a conoscere alcune di queste famiglie in difficoltà.
Nel dettaglio:
• Ho partecipato con Stefano ed Ivete ad una importante riunione con la Ministra dell’Acção Social che incontrava le associazioni che si occupano dell’infanzia per conoscerle e per ascoltare le loro esigenze;
• Abbiamo avuto diversi incontri com le famiglie in difficoltà del quartiere per dare un sostegno immediato e per cercare di progettare un cammino, in modo particolare con i 3 neonati rimasti orfani e con una giovane donna, che há contratto il virus dell’HIV e ha 6 figli, il più piccolo di appena 1 anno;
• Abbiamo inoltre trascorso divertenti pomeriggi con i bambini, tra giochi e disegni; il più divertente quello organizzato con Stefano ed Ivete che ha visto grandi e piccoli coinvolti in una grande caccia al tesoro, culminata con uno spettacolo di bolle di sapone giganti che ha lasciato tutti a bocca aperta.
Anche per quanto concerne la parte muraria, la casa si sta allargando; stanno tutt’ora ampliando la cucina in modo da creare uno spazio sufficientemente grande per poter mangiare tutti insieme, invece che fare dei turni, è previsto anche uno spazio per cucinare e uno per la dispensa.
Le stanze invece sono già ultimate: hanno creato una seconda camera per i maschietti ed un altro bagno e realizzato una stanza per il gioco e le attività ricreative. Ma i progetti sono ancora molti, come per esempio fare una stanza di accoglienza per ricevere le numerosissime persone che arrivano durante il giorno e un’altra stanza ospiti.
Sono sempre più legata a questa casa famiglia e ad ognuno dei suoi abitanti, dopo quattro anni mi rendo conto che anche loro mi considerano della famiglia e questo mi fa un grande piacere.
È ovvio che a parte la mia partecipazione attiva, fondamentale è stato e sarà l’aiuto di tutte quelle persone che attraverso il Setem hanno voluto dare il loro prezioso contributo. Credo che il bello di questo progetto sai il fatto che essendo una realtà molto piccola, si notino nell’immediato i miglioramenti e le innovazioni, sai per quanto riguarda la struttura ma soprattutto per quello che riguarda lo sviluppo dei bambini, che ho trovato cresciuti, e soprattutto estremamente più sereni e felici.
Questo senza ombra di dubbio ci fa sentire pienamente ripagati e ci dà la voglia di credere che sia veramente giusto andare avanti.
Elisabetta Aglianò

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